martedì 14 aprile 2009

Notizie sul Copyright in Internet

Come ho già detto, non sono una grande frequentatrice della rete, non scarico musica nè video, semmai mi capita di scaricare qualche slide indicata da professori o di fare ricerche varie e preferisco leggere libri tenendoli in mano, toccandoli, sfogliando le pagine e sentendo il loro odore di vecchio (lo adoro!) o di nuovo post-stampato. Non saprei cosa scrivere riguardo al copyright, per cui ho cercato qualche notizia su Wikipedia... Ecco cosa ho trovato:
"Nel XX secolo, l'avvento dei riproduttori ed in particolare del computer e delle Rete internet, ha sottratto uno dei cardini alla base del copyright in senso classico: ovvero il costo e la difficoltà di riprodurre e diffondere sul territorio le opere, aspetti fino ad allora gestiti dalla corporazione degli editori dietro congruo compenso o cessione dei diritti da parte degli autori. Ciò ha reso assai difficile la tutela del copyright come tradizionalmente inteso, e creato nuovi spazi per gli autori. Il primo episodio con eco internazionale, si è avuto a cavallo fra il XX e il XXI secolo con il cosiddetto caso Napster, uno dei primi sistemi di condivisione gratuita di file musicali, oggetto di enorme successo a cavallo del millennio. La chiusura di Napster, avvenuta nel 2002 e generata dalle denunce dagli editori che vedevano nel sistema un concorrente ai propri profitti, non ha risolto se non per breve tempo gli attriti. Nuovi programmi di file sharing gratuito sono sorti rimpiazzando l'originale Napster e vanificando gli scopi della chiusura. Secondo gli operatori del mercato dell'intrattenimento, una costante diminuzione delle vendite di cd musicali è scaturita dalla diffusione di questi sistemi e della progressiva obsolescenza della precedente tecnologia. Danneggiando, primariamente, il sistema corporativo e ingessato dell'industria discografica. Ci sono, tuttavia, autorevoli studi che sostengono il contrario. Il file sharing (scambio e condivisione di file) di materiale protetto dal copyright, si è sviluppato e diffuso con l'imporsi delle tecnologie informatiche e del web, e in particolar modo grazie al sistema del peer-to-peer. La velocità di questa diffusione e sviluppo, ha reso difficile per il diritto industriale internazionale aggiornarsi con la medesima prontezza. Molti analisti internazionali accusano infatti la presenza di vuoti normativi non omogeneamente colmati."

sabato 11 aprile 2009

La medicina ortomolecolare

Ho visitato il sito di PubMed e, a dir la verità, non c'è scritto molto sulla medicina ortomolecolare... Fino a poco tempo fa anch'io ero del tutto all'oscuro che la medicina in cui ho sempre creduto e di cui ho molta fiducia esistesse già come vera e propria medicina alternativa e avesse molti medici che la praticano e la consigliano ai propri pazienti. Su Wikipedia sono descritti in modo molto sintetico i caratteri principali di tale argomento: uno degli iniziatori della medicina ortomolecolare fu Frederick Klenner, (1907–1984) un ricercatore medico e un medico della North Carolina che sperimentò l'uso di dosi massicce di vitamina C per la cura di diverse malattie come la poliomelite. Tuttavia, il termine "ortomolecolare" fu usato per la prima volta dal Premio Nobel per la chimica Linus Pauling nel 1968, esprimendo l'"idea delle giuste molecole nella giusta quantità". Egli ha definito la medicina ortomolecolare come "il trattamento delle malattie ottimizzando le concentrazioni delle sostanze normalmente presenti nel corpo umano" ed anche la "prevenzione per la salute e la cura delle malattie variando la concentrazione nel corpo umano di sostanze presenti in esso che servono per il mantenimento della salute". Linus Pauling fondò l'AIMO (Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare) della quale oggi è presidente onorario Adolfo Panfili, un medico italiano. In un suo libro, scritto con la moglie Valeria Mangani, "La dieta pH", ha elaborato un'interessante teoria secondo cui, in conformità con i i princìpi della medicina ortomolecolare, il corpo umano, essendo stato progettato alcalino dovrebbe essere mantenuto tale. Per farlo, dobbiamo nutrirci con alimenti "alcalinizzanti" che sono frutta, verdura e cereali, praticare attività aerobiche, riposare adeguatamente e rendere "alcalina" anche la mente, poichè un pensiero negativo talvolte è più acidificante di un alimento tossico. Secondo questi autori, l'acidosi è alla base di numerose patologie e attraverso la lettura di questo libro e l'aiuto di alcune cartine tornasole allegate potremmo guarirne... Ergo, vi auguro una buona lettura e soprattutto, buona alcalinizzazione!