"Marcet sine adversario virtus" (Senza un avversario, la virtù s'illanguidisce), Seneca.

Se la repulsione nei confronti del latino non è radicata nel vostro essere, e quindi avrete deciso di continuare a leggere quest’intervento, probabilmente vi chiederete perché ho citato questa frase di Seneca (che tra l’altro è il mio autore latino preferito). Anche se potrò sembrare un po’ anacronistica, questa frase me l’ha ispirata la modalità con cui possiamo svolgere l’esame d’informatica… non nego che quando il prof ha presentato l’opzione “zoccolo duro”, mi sia sentita sollevata e abbia pensato di far parte di questa categoria… Ho sempre considerato, infatti, questa scatola luminosa che adesso accidentalmente si trova davanti a me un nemico, come direbbe Seneca un “adversario”, un qualcosa di estremamente ostile e capriccioso… Come ho già accennato, però, grazie ad alcuni amici, e soprattutto al preziosissimo aiuto di uno di loro al quale farò un monumento, mi sono decisa ad affrontare questo apparecchio ignoto, questo adversario, per accrescere le mie virtù, intese come capacità di fare e possibilità di conoscere… E in effetti con un po’ di buona volontà e l’aiuto della persona a cui dedicherò un monumento, non è poi così indomabile questo arnese… Anzi, potrei affermare che è addirittura divertente… Considero questa esperienza una vera e propria sfida, un modo per staccarmi dalle ormai obsolete pagine di carta macchiate d’inchiostro e inoltrarmi pian piano nella “rete incantata”, in questo mondo elettronico… E’ arrivato il momento di smetterla di rimanere ancorati al passato: sarebbe come viaggiare con il carro invece di usare la macchina, illuminare con le candele anziché con la lampadina, contattare le persone con il telegrafo anziché col cellulare…
Affrontare le difficoltà, per quanto piccole siano, giova sempre e ti cambia, ti forma… Viva il progresso, viva la tecnologia, viva le sfide! Alla prossima…